Per superare il pregiudizio si deve pedalare più forte. Non necessariamente per 1400 chilometri, come farà Roberto Sensi, amministratore unico del Dubbio, che dal 2 al 10 settembre pedalerà da Torino fino alla Calabria, a Motta Santa Lucia, in provincia di Catanzaro. Otto tappe, nove giorni, due ruote. È la seconda edizione di “Sui pedali della libertà”, l’iniziativa del Dubbio dedicata al mondo del carcere che quest’anno, come recita il titolo, lancia una nuova sfida: “Oltre il pregiudizio”. E le tappe del pregiudizio, nel 2021, purtroppo sono ancora molte. Attraversare l’Italia in bicicletta non è quel che si direbbe una passeggiata, ma la vera impresa sta nell’affrontare i pregiudizi.
Chi è convinto di non averne, ha quello peggiore di tutti: il pregiudizio di non avere pregiudizi. Quelli che affronterà Roberto Sensi, accompagnato dall’amico Ivan Longo, saranno i più emblematici della nostra epoca: da quelli favoriti dalle più recenti innovazioni tecnologiche a quelli sopravvissuti alla storia e a secoli di battaglie per i diritti di ciascuno. Si comincerà da Torino, dove si parlerà di intelligenza artificiale, di algoritmi che professano di agire al di sopra dei bassi istinti umani e che invece potrebbero trovarsi a ripetere discriminazioni ataviche, e a ottimizzare brutalmente movimenti e lavoro, al di là di qualsivoglia umanità. A Piacenza si discuterà di omotransfobia, ovvero dell’ostilità verso l’autodeterminazione e il desiderio, di come la repressione del sé si tramuti in odio per l’altro, rabbia verso chi è riuscito ad esprimersi nonostante quel che gli era stato detto di essere.
A Ferrara si parlerà ancora di antisemitismo, il simbolo più atroce dell’immortalità dei pregiudizi, nonostante le scelleratezze della storia e le troppe vite sacrificate. La xenofobia si rinnova e confonde lo straniero con lo straniero che ci abita, odia il diverso che potremmo essere, pregiudica la possibilità di ogni cambiamento. Il tema del diritto alla difesa è la traduzione giuridica della battaglia ai pregiudizi: se ne parlerà a Rimini. È letteralmente un pregiudizio quello di chi giudica un presunto colpevole prima ancora che sia una sentenza a giudicarlo tale. Abbiamo imparato a chiamarle “ministre”, peccato che il significante abbia ancora pochissime referenti. La capa guadagna meno del capo, la direttrice meno del direttore: le battaglie sulla forma linguistica rischiano di perdere per strada la struttura economica della nostra società, ancora così profondamente maschilista.
Si parlerà di gender gap a Giulianova.“ Migrare” significherebbe semplicemente muoversi, come fa un infaticabile ciclista che attraversa l’Italia. Ma alla parola “migrante” si legano una lunga lista di pregiudizi che nutrono la propaganda politica. A Foggia ci sarà l’incontro con una realtà che tra il disprezzo generale e paghe da fame, raccoglie gli italianissimi prodotti che reclamiamo nelle nostre migliori tavole. Poi Matera, una città dimenticata eletta a capitale della Cultura. Qui gioca un doppio pregiudizio, da quello infamante a quello eccessivamente glorificante e pubblicitario. Dalla mancanza di servizi e cura da parte dello Stato, alla gentrificazione sconsiderata, che rischia di farne una città da vedere e non già da abitare. Ma la cultura la fa chi abita. A Sibari si racconterà il mondo rom, vale a dire quelli che “rubano, che mendicano, rapiscono”.
Quelli che tutti credono di conoscere, che tutti temono, e con cui raramente qualcuno si è fermato a parlare. Un popolo che per nascita deve affrontare un eterno percorso a ostacoli di pregiudizi, nonostante siano nati nello stesso luogo di chi si sente in diritto di giudicarli. La meta finale, quindi, è Motta Santa Lucia. Il Sud, quello che a qualcuno piace e ad altri no, vacanze a parte. Il pregiudizio discrimina senza pregiudizi, tracciando confini inesistenti, fin nello stesso Paese. Qui si chiude a cerchio la retta che unisce Torino a Motta Santa Lucia, paese di Giuseppe Villella, il nome di un teschio che Cesare Lombroso teneva come fermacarte sulla sua scrivania. Il reperto è ancora conservato a Torino, nel museo dedicato al più famoso esponente della fisiognomica. Quel cranio dimostrava le teorie che legavano particolari fattezze fisiche a una predisposizione criminale e assassina. Salvo poi scoprire che tal Giuseppe Villella nella sua vita si era limitato a rubare due capretti e cinque ricotte. Questo, in breve, il tour di Roberto Sensi che sarà possibile seguire in ogni fase dal sito dedicato all’iniziativa (suipedalidellalibertà. it).
L’impresa sarà organizzata all’insegna dell’ambiente: con il mezzo ecosostenibile per eccellenza, un’auto ammiraglia ibrida e divise cucite in materiale completamente riciclato. Insomma, ciascuno ha il suo pregiudizio da superare, la strada è in salita, il vento contro, non è facile, ma basta pedalare.
NICOLA CAMPAGNANI